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APPROFONDIMENTI ASSOCIATIVI – Riflessioni sugli ultimi provvedimenti di politica sanitaria

di Andrea Pirastu (*) - 12.12.2012 15:44




Per molti il 2012 doveva segnare la fine del mondo ma le date fatidiche sono passate e siamo ancora qua, prossimo 21 dicembre permettendo.

Il Ministro Balduzzi e i suoi accoliti hanno pensato bene di cambiare direzione accontentandosi di coniare questo 2012 come la “fine”, o quasi, dell’ospedalità privata.

Hanno programmato di tagliare la spesa sanitaria in maniera ottusa senza eliminare gli sprechi, compromettendo la libera scelta dei cittadini e determinando l’allungamento, a dismisura, dei tempi d’attesa per ottenere determinate prestazioni sanitarie.

L’ospedalità privata è oggettivamente una occasione di risparmio per il servizio pubblico ma questo concetto viene ignorato da tutta la classe politica sia a livello regionale che a livello nazionale.

E mi riferisco anche a quei politici, seppur pochi, che in questi anni hanno frequentato i nostri convegni esprimendo solidarietà alle nostre istanze salvo dimenticarsene dopo qualche ora una volta rientrati a “palazzo”.

Per decenni non si sono voluti chiudere i piccoli ospedali pubblici inefficienti e sperperatori di risorse e oggi le falangi armate di Balduzzi, della Bindi e di altri “eroi” del Servizio Sanitario hanno concepito la famosa norma sugli standard ospedalieri che prevede l’impossibilità di accreditare le strutture dotate di un numero inferiore agli ottanta posti letto mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e la conseguente morte di centinaia di cliniche con i bilanci a posto.

Ulteriore conseguenza, come da copione, colpire la domanda di salute proveniente dai cittadini meno abbienti che dovranno attendere mesi per ottenere quelle prestazioni sanitarie che oggi erogano quelle strutture che un governo cieco e in mala fede vuole chiudere.

E’ l’aspetto tragicomico di questa vicenda è che se sarà varata la norma “incriminata” sugli standard ospedalieri non ci sarà un solo euro di risparmio e collasserà l’intero sistema sanitario pubblico.

Lor signori che ci governano attualmente non sanno quello che fanno ma di fatto perseguono un pericoloso disegno volto ad eliminare la sanità privata accreditata.

Per risparmiare diversi miliardi di euro (ho scritto bene miliardi, non è un refuso) basterebbe che in tutte le Regioni italiane le ASL, o chi per loro, effettuassero nelle strutture pubbliche i controlli sull’appropriatezza dei ricoveri che vengono effettuati nei confronti dei privati accreditati.

Il ritorno a un centralismo statale, per quanto riguarda il governo della Sanità, può essere solo apparentemente un passo indietro in quanto nel contempo garantisce una maggior difesa rispetto alle iniziative di alcune Regioni (Lazio docet) che si muovono con l’obiettivo di smantellare il pluralismo oggi presente nel Sistema Sanitario per quanto riguarda i soggetti erogatori.

L’ultimo dato che più volte è evidenziato dovrebbe zittire tutti coloro che sono scettici nei confronti del nostro comparto. Mi riferisco a quei numeri che più volte sono rimbalzati nei nostri congressi e convegni: il 27% dei ricoveri nelle strutture private accreditate incidono solo per il 14% delle risorse spese dal sistema sanitario pubblico per i ricoveri.

Per tutta risposta, a questi dati oggettivi che avrebbero dovuto spingere il sistema politico a una diversa politica sanitaria nei confronti del privato il Balduzzi 2012 ha ben pensato di apportare modifiche ai DRG datati 1997 ovviamente non per aumentarli, come l’Aiop chiede da oltre dieci anni, bensì per diminuirli con tagli ingiustificati e dietro il paravento di consulenti medici, spesso primari per meriti politici, frustati e invidiosi delle professionalità mediche presenti nel sistema privato accreditato.

Allora che fare? Continuare a giocare in difesa ed ottenere come massimo risultato un nuovo numero di “schiaffi” o armare le truppe come sembra stia facendo il nuovo Esecutivo nazionale dell’Aiop, Presidente in testa.

Occorre incrementare quindi la comunicazione esterna pubblicando un “manifesto straordinario” in almeno due delle testate nazionali (Corriere della Sera eRepubblica) e stimolando ogni Regione a fare lo stesso con il principale giornale a diffusione locale.

Chiedere impegni precisi ai futuri candidati Premier sul ruolo che intendono attribuire all’ospedalità privata. Impegni che devono essere non generici ma risposte specifiche a proposte analitiche che non possono che essere formulate dall’Aiop a livello nazionale.

Non più solo la richiesta di determinare nuovi DRG ma altri provvedimenti di natura fiscale che possono in parte compensare i sacrifici sostenuti dall’ospedalità privata. Mi riferisco alla possibilità per le case di cura di recuperare l’IVA per l’ acquisto delle forniture di merci e/o servizi o almeno per quegli interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria delle strutture.

E non per ultimo far sì che le leggi nazionali e/o regionali che prevedono agevolazioni, finanziamenti e/o contributi in conto capitale possano riguardare anche il nostro comparto in quanto attualmente siamo l’unica categoria imprenditoriale esclusa da qualsiasi tipo di agevolazione.

Riguadagniamo l’ottimismo e acceleriamo l’archiviazione di una pagina oscura che gli attuali governanti hanno tentato di scrivere per la Sanità e in parte, purtroppo (vedi spending review), hanno scritto.

(*) Presidente AIOP Sardegna