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APPROFONDIMENTI GIUSLAVORISTICI – Nuovo Accordo interconfederale 21/11/2012

di Sonia Gallozzi - 12.12.2012 15:48

Il 21 novembre 2012, dopo una lunga trattativa, seppur con la mancata firma della CGIL, è stato sottoscritto dalle parti sociali (Abi, Ania, Confindustria, Lega cooperative, Rete imprese Italia, Cisl, Uil e Ugl) il nuovo accordo interconfederale che, allineandosi alle direttive individuate dalla BCE nella nota lettera del 5 agosto 2011, si pone quale obiettivo quello di rilanciare la produttività del lavoro e la competitività delle imprese.

Detto accordo deve necessariamente essere letto tenendo conto dell’accordo quadro del 22 gennaio 2009, siglato tra gli stessi soggetti, in cui venivano concordate le linee guida sul nuovo modello contrattuale, che tuttavia non è mai decollato, e soprattutto dell’art. 8 della L. 148/2011 che il legislatore, attesa l’inoperatività del cennato protocollo, ha ritenuto di dover introdurre onde potenziare la contrattazione di secondo livello.

Orbene, attesa la scarsa utilizzazione di detta ultima norma, determinata in via prevalente dall’incertezza interpretativa della stessa nonché dalla ridotta condivisione delle organizzazioni sindacali, le parti con l’odierna intesa, rivisitando contenuti già acquisiti, hanno posto quale obiettivo la crescita della contrattazione aziendale ed il suo utilizzo come strumento per definire condizioni retributive ed organizzative volte a favorire la produttività del lavoro.

Il documento in 10 pagine e sette punti oltre ad una Premessa, contiene anche alcune richieste al Governo a partire dalla detassazione del salario di produttività sino alla riduzione del cuneo fiscale. Ecco in sintesi cosa prevede il documento:

1) RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE: le parti sociali condividono la necessità di una riforma fiscale che possa “ridurre la quota del prelievo che oggi grava sul lavoro e sulle imprese in materia del tutto sproporzionata e tale da disincentivare investimenti e occupazione”. Le parti auspicano che vengano rese strutturali le misure di incentivazone fiscale e contributiva applicabili al salario legato alla produttività e contrattato al secondo livello;

2) RELAZIONI INDUSTRIALI: le parti concordano di rafforzare il modello già concordato nel Protocollo del 2009 e indi nell’art. 8 L. 148/11, conferendo al CCNL la funzione di garantire certezza dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori ed affidando, invece, alla contrattazione di secondo livello il compito di stimolare la produttività, mediante una migliore organizzazione del lavoro e un più stretto rapporto tra le retribuzioni e la crescita, con una gestione flessibile degli orari di lavoro al fine di rispondere alle diverse dinamiche temporali della produzione e dei mercati;

3) CONTRATTAZIONE COLLETTIVA: il CCNL dovrebbe dare una "chiara delega" al secondo livello sulle materie che possono incidere sulla crescita della produttività quali gli istituti che disciplinano la prestazione lavorativa, gli orari e l'organizzazione del lavoro. Questi impegni erano stati già condivisi nell’accordo del 2009, con il quale erano stati definiti i correttivi da apportare al Protocollo del 1993 (il quale, ricordiamo, scindeva per la prima volta la contrattazione collettiva da quella decentrata e differenziava la durata dei contratti di categoria in due e quattro anni, rispettivamente per la parte retributiva e per quella normativa, poi unificata in tre anni);

4) RAPPRESENTANZA: l’intesa contiene un riferimento all’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, in relazione al quale è stato poi formalizzato l’art. 8 L. 148/11, che definisce le regole sulla rappresentanza sindacale. Le parti concordano che entro la fine del corrente anno dovrà essere definito un accordo per consentire il rapido avvio della procedura per la misurazione della rappresentanza in attuazione a quanto previsto dall'accordo del 28 giugno 2011. Le intese dovranno prevede disposizioni per garantire "l'effettività e l'esigibilità delle intese sottoscritte";

4) PARTECIPAZIONE LAVORATORI NELL'IMPRESA: l’accordo contiene un invito al Governo ad esercitare la delega prevista dalla riforma del mercato del lavoro (L. 92/12) dopo un approfondito confronto con le parti sociali. Si chiede l’adozione di misure dirette ad agevolare l’attività formativa, anche nell’ambito di procedure si sospensione collettiva, CIG o mobilità etc.., un regime fiscale di vantaggio per la previdenza complementare e un confronto "per favorire l'incentivazione dell'azionariato volontario dei dipendenti anche in forme collettive";

5) MERCATO DEL LAVORO: si chiede un confronto al Governo sui temi del lavoro "con particolare riferimento alla verifica sugli effetti dell'applicazione della recente riforma". Si punta alla "solidarietà intergenerazionale" con percorsi che agevolino la transizione dal lavoro alla pensione.

Viene inoltre ipotizzata la definizione di “linee guida operative” per affrontare con il Governo, unitamente agli Enti pubblici del territorio, i processi di ristrutturazione e le situazioni di crisi, individuando procedure e strumenti per attenuare ricadute occupazionali e favorire la ricollocazione dei lavoratori.

6) CONTRATTAZIONE PER LA PRODUTTIVITA’: la contrattazione collettiva dovrà esercitarsi "con piena autonomia su materie oggi regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge" che incidono sulla produttività. In particolare si vuole affidare alla contrattazione il tema dell'equivalenza delle mansioni e l'integrazione delle competenze ma anche "la ridefinizione del sistema di orari e della loro distribuzione anche con modelli flessibili". Vengono inoltre affidate alla contrattazione anche le modalità con cui "rendere compatibile l'impiego di nuove tecnologie con la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori".

In conclusione, le parti hanno chiesto che siano assunti a livello legislativo "provvedimenti coerenti con le intese intercorse e con la presente intesa".