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EVENTI – Elezioni Regionali 2013 Lazio – I 10 punti della sanità di Zingaretti

 - 17.01.2013 10:47

Il nuovo modello per la sanità del Lazio di Nicola Zingaretti, candidato PD alla Regione

1. La sanità territoriale. La riorganizzazione territoriale e la riconversione della rete ospedaliera (non tagliare senza criterio le strutture, ma le sovrapposizioni e le duplicazioni; non chiudere, ma trasformare). Il superamento dell’attuale sistema “ospedalo – centrico” e il potenziamento dei servizi territoriali, a partire dalle Case della Salute;

2. Le cure primarie. La nascita di una vera rete di cure di prossimità che, puntando sull’incentivo a nuove forme organizzative e associative, veda protagonisti i medici di base e i pediatri di libera scelta nella prestazione delle cure primarie e nella definizione e attuazione dei percorsi di cura, con studi aperti H12 ogni giorno.

3. L’integrazione socio sanitaria. Il rafforzamento dell’integrazione socio – sanitaria, riaffermando un modello positivo di sussidiarietà, coinvolgendo associazioni e organizzazioni sociali e valorizzando le funzioni degli enti locali, con l’obiettivo di ampliare la rete delle strutture di assistenza domiciliare e di accoglienza per anziani non auto sufficienti e persone con disabilità e promuovere politiche e programmi per la salute;

4. La prevenzione, come elemento integrante del sistema della salute;

5. La sicurezza e i diritti degli utenti, mettendo in campo tutti gli strumenti previsti di controllo dei rischi, di monitoraggio di attrezzature ed impianti e di formazione del personale, necessari a ridurre al minimo i fattori di pericolo per la salute dei cittadini, e facendo propri i principi della Carta Europea dei diritti del malato.

6. La partecipazione e la comunicazione: le comunità territoriali devono sapere quali nuovi servizi vanno a sostituire quelli da riconvertire e perché;

7. La meritocrazia e la valorizzazione del lavoro. Meritocrazia e trasparenza nelle scelte delle figure apicali, siano esse quelle dei direttori generali o dei primari, con i curricula dei candidati e dei vincitori pubblicati in rete sul sito della Regione. La valorizzazione del lavoro che, soprattutto in un campo così delicato come quello della salute, deve potersi basare su un percorso di certezze, della formazione, a partire dai centri di ricerca e dalle strutture universitarie, delle competenze di cui il mondo della sanità laziale è ricco. Soprattutto che svolge funzioni di assistenza diretta al malato non può vivere nell’ansia della precarietà. Molti degli obiettivi di innovazione dall’efficienza alla qualità e appropriatezza delle cure dipendono direttamente dall’esercizio dell’autonomia e responsabilità professionale;

8. La trasparenza e l’eliminazione degli sprechi. Ristabilire la capacità di individuare le priorità, di scegliere e di esercitare trasparenza ed efficienza nel rapporto con i fornitori privati (di prestazioni sanitarie da un lato, di beni e servizi dall’altro), nella condivisione degli inevitabili obiettivi di risanamento, per aggredire il nodo dei costi, colpire le sacche di inefficienza, le rendite di posizione e gli sprechi, e orientare il partenariato sul terreno della qualità e l’innovazione;

9. Il monitoraggio e il controllo degli obiettivi. La riforma radicale della struttura amministrativa regionale chiamata a compiere questo lavoro, a cominciare dall’Assessorato e dalle tecnostrutture di supporto, a partire dall’Agenzia di Sanità Pubblica, oggi ridotta a insopportabile e dispendioso carrozzone, che mortifica le professionalità presenti al suo interno, e che invece dovrebbero diventare il moderno strumento di sostegno all’innovazione e monitoraggio della qualità della sanità del Lazio accessibile ai cittadini e in grado di controllare l’appropriatezza dei percorsi di cura;

10. Le nuove tecnologie. L’utilizzo delle nuove tecnologie per accedere a prestazioni o informazioni sulla qualità delle diverse strutture, ricevere orientamento sui percorsi di cura, ridurre le liste di attesa in piena trasparenza ed equità di accesso.

Sono queste le priorità su cui si misurerà la capacità della politica di riacquistare la credibilità di cui ha bisogno per agire, riassumere il suo ruolo guida, recuperare la sua funzione strategica per andare oltre la frammentazione dei punti di vista particolari, la difesa degli interessi consolidati, la pressione dei centri di potere, le sirene dei vecchi demagoghi che indeboliscono il confronto pubblico, per allontanare lo spettro dei tagli che oggi sembrano l’unica, drammatica, risposta al dramma del debito e costruire finalmente un modello di sanità regionale più moderno, efficiente e vicino ai cittadini.