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PUBBLICAZIONI - Si può fare buona sanità anche se l’impresa non ha profitto

di Plinio Pinna Pintor - 15.05.2013 15:31


PLINIO PINNA PINTOR



(Lettera al Direttore di Quotidiano Sanità)

Gentile direttore,

a proposito della Sanità di Emergency in Italia. Vi è una corrente di pensiero sia nel mondo politico sia religioso secondo la quale le cure agli ammalati, ricchi o poveri, non dovrebbero essere fonte di profitto. Oggi, in epoca di grave crisi economica e di impoverimento generale della popolazione, si affacciano proposte ed offerte dal low cost, alla sanità gratuita di Emergency in Italia. E’ il buon Samaritano che fa da Icona.

In Italia, come in gran parta del mondo industrializzato, sussiste una sanità pubblica gratuita o semigratuita (ticket) e privata finanziata dallo Stato e dai privati.

Nel primo caso – sanità pubblica – né gli investimenti né la gestione hanno come missione la ricerca del profitto ma, per gli aspetti economici, solo quella del pareggio di bilancio. (“Sanità e profitto. Perché ha ragione Gino Strada” – Quotidianosanità.it -06/05/2013).

Questa è opinione generalmente accettata anche se, con la possibilità che si offre, non da oggi, agli ospedali ed agli ambulatori pubblici di esercitare intramoenia la professione medica si affacciano tentazioni di fare profitto (vi sono recenti studi in merito).

Ben diversa la situazione per la sanità privata dominata da decenni e forse anche più di un secolo dalla logica capitalista secondo la quale la remunerazione di ogni investimento è il profitto.

Nella nostra città (Torino, ndc), risalendo nel XIX e XX, le due strutture private, la Clinica Pinna Pintor (1904) e ben prima l’Ospedale Gradenigo (1899), sono state costruite e organizzate originariamente non allo scopo di ricavare profitto ma di offrire la struttura e i suoi spazi per consentire l’esercizio in piena autonomia della libera professione, Otorinolaringoiatria – Fondatore il Prof. Giuseppe Gradenigo (Gradenigo) e Ginecologia – Fondatore il Prof. Arturo Pinna Pintor (Clinica Pinna Pintor). Solo con l’inevitabile sviluppo nel corso di decenni, la necessità e la logica del profitto si sono fatte strada in tutti gli investimenti privati della Sanità.

Fanno eccezione le Grandi Strutture che negli USA hanno sostenuto ricerche in Sanità come ad esempio la Kaiser Foundation e la Picker Foundation con il Commonwelt Found (solo per citare le più note), dove famiglie e benefattori hanno destinato grandi risorse alla ricerca scientifica in Sanità, allo scopo, penso, di lasciare alla famiglia la loro traccia come grande benefattrice. Anche in Italia i grandi investitori nella Sanità privata come Sansavini, Rutelli, Rocca, De Salve non certo senza un occhio ben aperto al profitto sono animati dall’ambizione mecenatesca e di sostenitori della ricerca e dell’attività medico scientifica.

La domanda è: “Oggi si può fare una buona sanità anche se l’impresa non ha profitto?”. Vi sono esempi che lo dimostrano.

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